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di Rocco Castracane e Giuseppe Cocchia

Il Roseto di Roma Capitale, situato sulle pendici dell’Aventino, di fronte ai resti del Palatino e sopra il Circo Massimo, è un giardino unico al mondo per la sua spettacolare posizione. Nonostante le sue dimensioni contenute, offre una magnifica vista che spazia su molti luoghi di interesse della città. La storia del roseto risale al III secolo a.C., quando il luogo era dedicato ai fiori. Tacito, negli Annales, menziona un tempio dedicato alla dea Flora, i cui festeggiamenti si svolgevano in primavera nel Circo Massimo.
Nel corso dei secoli, il terreno del roseto era coperto da orti e vigne fino al XVI secolo, quando divenne l’Orto degli Ebrei, con un piccolo cimitero annesso. Nel 1934, il cimitero ebraico venne trasferito e l’area fu destinata a un parco secondo il Piano Regolatore Generale di Roma. Tuttavia, rimase incolto fino al 1950, quando venne creato il nuovo roseto comunale. L’antico roseto, che si trovava sul Colle Oppio, era stato distrutto durante la Seconda guerra mondiale.
Per esprimere riconoscenza verso la comunità ebraica per aver permesso di ricostituire il roseto in un luogo sacro, venne collocata una stele commemorativa all’ingresso del giardino, mentre i vialetti che dividono le aiuole nel giardino presero la forma della menorah, il candelabro a sette bracci simbolo dell’Ebraismo.

Il Roseto di Roma Capitale segue la pendenza del terreno con una forma ad anfiteatro, cercando di mimetizzare la divisione causata dalla via di Valle Murcia che attraversa il giardino. L’area più vasta ospita una collezione di rose botaniche, antiche e moderne, provenienti da tutto il mondo, comprese Cina e Mongolia. Nel settore inferiore, si trovano le rose partecipanti al “Premio Roma” e la collezione delle rose vincitrici di questa prestigiosa manifestazione che si tiene dal 1933.
Il Roseto di Roma Capitale attualmente ospita circa 1.200 specie di rose, tra cui alcune molto particolari come la Rosa Chinensis Virdiflora con petali verdi, la Rosa Chinensis Mutabilis che cambia colore nel tempo e la Rosa Foetida, nota per il suo odore sgradevole.

L’idea di creare un roseto a Roma è stata promossa dalla Contessa Mary Gailey Senni, una donna americana appassionata di natura e con una notevole conoscenza botanica. Dopo essersi sposata con un conte italiano, decise di rimanere in Italia e lottò con determinazione per realizzare il suo progetto. Nel 1932, il roseto fu aperto sul Colle Oppio, in quanto lì si trovava già una collezione di rose provenienti dal Vivaio del Governatorato. La Contessa partecipò attivamente a tutte le fasi di realizzazione del roseto e si impegnò per promuoverlo all’estero. Nel 1933, istituì il “Premio Roma”, diventando curatrice e membro della giuria per molti anni. Questo premio è il secondo al mondo per importanza, preceduto solo dal concorso di Bagatelle vicino a Parigi.
La sezione più ampia del Roseto di Roma Capitale ospita una collezione di circa 1200 esemplari di rose botaniche, antiche e moderne, che è rinomata in tutto il mondo per la sua straordinaria bellezza. Le rose coltivate provengono da diverse parti del mondo, dall’Estremo Oriente al Sud Africa, dalla Vecchia Europa alla Nuova Zelanda, passando per le Americhe. La collezione comprende sia specie primordiali o “rose botaniche” che risalgono a 40 milioni di anni fa, sia “rose antiche” di grande originalità e bellezza.

Passeggiando tra i viali del roseto, è possibile ammirare le rose Damascene, che erano già presenti a Paestum e Pompei e che ancora oggi vengono utilizzate per la produzione di essenze profumate. Ci sono anche le famose rose Galliche, le uniche nell’antichità ad avere il colore rosso e considerate sacre dai persiani. Questa collezione è arricchita da varietà rare e particolari che catturano l’interesse dei visitatori. Ad esempio, si può trovare una rosa dedicata alla fine della guerra delle Due Rose, che quando è in boccio è rossa come la rosa dei Lancaster, ma quando si apre diventa bianca come la rosa degli York, le due famiglie in guerra per il trono inglese.
Una delle rose più famose presenti nel roseto è la rosa chiamata Peace, che ha una storia particolare. Le talee di questo ibrido, creato da Francis Meilland in Francia, furono inviate ai vivaisti in Italia, Germania e negli Stati Uniti prima della chiusura delle frontiere francesi durante la Seconda Guerra Mondiale. Alla fine della guerra, la stessa varietà di rosa fu posta come simbolo della pace sugli alberi delle trattative della Conferenza di San Francisco, diventando così un simbolo internazionale della pace. In Italia è conosciuta con il nome “Gioia”.

Altre specie presenti nel roseto, anche se non hanno riferimenti storici significativi, sono interessanti dal punto di vista botanico. Ad esempio, la rosa Mutabilis cambia colore sette volte in cinque giorni: il bocciolo è rosso, poi diventa arancione, giallo, crema, rosa chiaro, rosa intenso fino a diventare cremisi. Un’altra rosa particolare è la Omeiensis Pteracantha Lutea, una rosa botanica cinese che ha spine a forma di ala di colore rosso e trasparente sui nuovi rami. Tra le rose più curiose, c’è la Rosa Chinensis Virdiflora, con petali di colore verde, e la Rosa Foetida, che è bellissima ma ha un odore sgradevole.

Il Concorso
Sabato 27 maggio si è tenuta la 81ª edizione del Concorso internazionale per nuove varietà di rose “Premio Roma 2023”; questo evento, istituito nel 1933 e che si è svolto presso il Colle Oppio fino al 1940 per riprendere nell’attuale sede nel 1951, ha acquisito fama internazionale e attira coltivatori, ibridatori e appassionati di rose. Ogni anno presenta nuove varietà di rose “inedite”, non destinate al commercio ma esclusive per la ricerca florovivaistica.
Con questo concorso si apre la stagione internazionale delle manifestazioni dedicate alla coltivazione delle rose ed è un evento di grande rilevanza nel campo botanico. Precede altre prestigiose competizioni come quelle di Madrid, Parigi, Vienna, Londra, Dublino, Glasgow e molte altre.
Coltivatori, creatori ed esperti italiani e stranieri hanno l’opportunità di confrontarsi in questa importante occasione, in cui la pura competizione lascia spazio all’interesse e alla curiosità per i risultati ottenuti. Le varietà provenienti da tutto il mondo arrivano al Roseto due anni prima dell’evento e vengono curate dai tecnici del Roseto. Una “Giuria Permanente” valuta aspetti come la fioritura ripetuta, la resistenza alle malattie, il portamento, ecc., assegnando un punteggio tecnico ad ogni varietà partecipante.
Durante il giorno del concorso, la Giuria Internazionale conferisce un punteggio “estetico”. In questo modo, viene selezionata una rosa vincente per ogni categoria in gara. Inizialmente il concorso prevedeva due premi distinti per le rose italiane e straniere, ma nel 1953 si decise di assegnare un unico premio, allineando così l’evento romano alle altre competizioni europee.
Informazioni sul periodo e gli orari di apertura sono consultabili al sito 

https://www.comune.roma.it/web/it/informazione-di-servizio.page?contentId=IDS1037494

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