Teatro Argentina
22 – 23 – 24 luglio 2025
Danza e mito con Antigone di Alan Lucien Øyen, uno dei coreografi più innovativi della scena contemporanea, in prima mondiale al Teatro Argentina per il TEATRO OSTIA ANTICA FESTIVAL
ANTIGONE
regia e coreografia Alan Lucien Øyen
con Enoch Grubb, Douglas Letheren, Pascal Marty, Antonin Monié, Nazareth Panadero, Héléna Pikon, Julie Shanahan, Fernando Suels Mendoza, Meng-Ke Wu.
Produzione Winter Guests
in coproduzione con Fondazione Teatro di Roma, The Norwegian Opera and Ballet
con il sostegno di Arts Council Norway, Città di Bergen
supporto per lo spazio prove gentilmente offerto da Pina Bausch Zentrum
Info e orario spettacoli: 22, 23 e 24 luglio ore 21 _ in lingua inglese con sovratitoli in italiano

La programmazione del TEATRO OSTIA ANTICA FESTIVAL si arricchisce della nuova creazione internazionale firmata dal talento norvegese Alan Lucien Øyen, visionario coreografo all’avanguardia nella reinvenzione dei linguaggi della scena, che debutta con Antigone, dal 22 al 24 luglio in prima mondiale al Teatro Argentina. Una sinfonia di danza e parole, interpretata dai ballerini della sua compagnia Winter Guests, affiancati da alcuni dei danzatori storici del Tanztheater Wuppertal di Pina Bausch e da Antonin Monié dell’Opera di Parigi.
Artista associato del Norwegian National Opera and Ballet, Alan Lucien Øyen, tra le voci più innovative della coreografia contemporanea, restituisce la sua personale visione sul mito classico in una messinscena che, fondendo teatro, danza e parola, si inserisce nella grande tradizione del Tanztheater e in dialogo con la narrazione intima e dal taglio cinematografico dello stesso artista, che ha individuato nel Teatro Argentina la cornice perfetta per dare vita alla reinterpretazione di Antigone.
Le sue creazioni, caratterizzate da una scrittura profonda e cinematografica, in cui realtà e finzione si intrecciano in narrazioni visivamente mozzafiato, offrono al pubblico un’esperienza intensa, emotiva e immersiva: «La nostra Antigone non è una messa in scena del testo di Sofocle, ma una radicale reinterpretazione della sua tragedia senza tempo attraverso la poesia fisica del Tanztheater, unita alle parole e alla danza contemporanea – racconta il regista e coreografo – Più di una semplice narrazione, è una riscoperta delle idee affrontate nell’opera – attraverso i movimenti, le parole e le situazioni».

Sul palco, la fisicità e teatralità dei danzatori del Tanztheater Wuppertal di Pina Bausch (Douglas Letheren, Nazareth Panadero, Héléna Pikon, Julie Shanahan, Fernando Suels) si fondono con il talento di Antonin Monié dell’Opera di Parigi e degli interpreti della compagnia Winter Guests (Enoch Grubb, Pascal Marty e Meng-Ke Wugui), guidata dallo stesso Øyen, che sottolinea così l’importanza di questo ensemble: «Non riesco a immaginare un gruppo di danzatori migliore per incarnare le contraddizioni insite nel cuore di Antigone – esprimendo la lotta oltre ciò che le parole possono contenere». L’intreccio dei diversi linguaggi espressivi dà nuova vita alla tragedia senza tempo di Sofocle, attraverso un equilibrio armonico che unisce la poesia fisica del teatro con la danza contemporanea e la parola recitata. Una creazione profondamente umana e viscerale, che affronta dilemmi irrisolti come la dignità, la complessità del potere e il costo della resistenza, temi ancora attuali in un mondo scisso dove il dialogo fallisce e la giustizia è contesa. In questo contesto, scene, luci e costumi disegnano un ambiente evocativo e fluido, in cui l’antico riaffiora nel presente con una forza tutta contemporanea: «L’Antigone di Sofocle, risalente a tremila anni fa, affronta un dibattito attuale – continua il coreografo e regista – La dignità umana e l’umiltà sono in gioco in una lotta per il rispetto delle leggi umane. Che cos’è la civiltà umana senza rispetto? Senza la dignità degli altri?».
In sinergia co-produttiva con Winter Guests, Teatro di Roma e The Norwegian Opera and Ballet, questa produzione internazionale supera i confini del teatro tradizionale toccando corpo, mente e coscienza, in un’esplorazione che riflette sul dissolvimento del senso nel nostro tempo, attraverso un ritratto plurale della figura dell’eroina che pone al centro dell’opera sofoclea l’essere donna: «Nella nostra versione chiunque può essere Antigone, infatti, interpreti diversi incarnano differenti aspetti di ciò che significa essere una donna in lotta, permettendoci di rappresentare queste sfaccettature attraverso generazioni diverse piuttosto che inchiodarle a un unico corpo. Infatti, duemilacinquecento anni dopo Sofocle, le donne continuano a essere vessate: nel modo in cui vengono oggettificate, limitate nei diritti e nelle retribuzioni».

NOTE COREOGRAFICHE
“È un momento in cui abbiamo convinzioni intense, ma nessuno ascolta l’altro. Parliamo tra di noi con le cuffie indossate – e se ascoltiamo, è attraverso podcast realizzati da terzi che curano ogni nostra opinione. Con gli occhi fissi sulle nostre macchine di propaganda personali, messe a punto dai nostri stessi pensieri e delle nostre stesse azioni, confermiamo le nostre paure più profonde e siamo co-autori di incubi in una rete di altri. Stiamo gridando alla nostra cerchia e cantando a orecchie sorde – è un momento di incredibile polarizzazione. Ma chi ha ragione e chi ha torto, quando non c’è un terreno comune? L’Antigone di Sofocle, risalente a tremila anni fa, affronta un dibattito profondamente attuale. La dignità umana e l’umiltà sono in gioco in una lotta per il rispetto delle leggi umane. Che cos’è la civiltà umana senza rispetto? Senza la dignità degli altri? Coloro che seguono la politica globale potrebbero scoprirlo presto. Con un cast fenomenale – alcuni dei danzatori più acclamati del Tanztheater Wuppertal Pina Bausch, assieme ai danzatori della mia compagnia, winter guests – sono entusiasta di esplorare Antigone attraverso la loro straordinaria fisicità e teatralità. La nostra Antigone non è una messa in scena del testo di Sofocle, ma una radicale reinterpretazione della sua tragedia senza tempo attraverso la poesia fisica del Tanztheater, unita alle parole e alla danza contemporanea. Più di una semplice narrazione, è una riscoperta delle idee affrontate nell’opera – attraverso i movimenti, le parole e le situazioni. Cerchiamo un’espressione profondamente umana che affronti i dilemmi irrisolti del testo: dovere, dignità, moralità e la complessità del potere. Attraverso il vento ululante e gli uccelli che gridano, attraverso il dolore disperato e la tirannia violenta, le scene dell’opera ci sbattono in faccia la loro urgenza sui nostri dilemmi contemporanei. In un’epoca in cui ciò che è sbagliato è considerato malvagio e ciò che è giusto viene liquidato come ipocrita, dov’è Dio in tutto questo caos? Partendo dall’eredità del Tanztheater, puntiamo a un linguaggio performativo altamente fisico e carico di emozioni, capace di eguagliare la grandezza di questa storia infinitamente importante. Non riesco a immaginare un gruppo di danzatori migliore per incarnare le contraddizioni insite nel cuore di Antigone – esprimendo la lotta oltre ciò che le parole possono contenere.
Alan Lucien Øyen
www.teatrodiroma.net